Pallonetto sotto rete!
Ma chi è il ventriloquo?
Leggo basita l’articolo del Dott. Umberto Canovaro, pubblicato sulla stampa, in merito alla Parco Minerario srl società che ho l’onore di rappresentare quale presidente del suo CDA.
Non mi capacito che il Dott. Canovaro possa consapevolmente sostenere circostanze che stridono con la sua esperienza nella pubblica amministrazione e sul suo indiscusso bagaglio culturale.
Lo stesso per anni è stato vicesindaco e assessore ai lavori pubblici nel Comune di Piombino, ha una laurea in giurisprudenza, è uno storico di grande spessore.
E poi il tono non gli appartiene. Ho avuto modo di interloquire con lui avendo ospitato più di una sua conferenza nella sala convegni della Parco Minerario. Io ho conosciuto un garbato galantuomo, molto cortese e gentile.
Tornando al dunque: come può non sapere il Dott. Canovaro che una società partecipata in house non può fare utile a fronte dei servizi affidategli dal socio unico o da un’altra partecipata dal Comune?
Fare utile comporterebbe privare i cittadini dei servizi che gli stessi pagano.
I contratti con cui sono stati affidati alla Parco Minerario dal Comune e da ESA i singoli servizi contengono la descrizione analitica di ogni intervento con la sua quotazione a fronte di analisi dettagliate delle ore di impegno del personale applicato, del costo del materiale, del costo dei mezzi meccanici utilizzati, dei costi indiretti e potrei andare avanti per pagine e pagine.
Per gli affidatari dei servizi ciò comporta un notevole risparmio. Come infatti giustamente viene riportato nell’articolo a firma Canovaro una società privata cerca di conseguire un utile (reddito – imposte) pari al 15%. Se all’utile d’esercizio sommiamo le imposte la percentuale che va sommata ai costi effettivi è pari al 20%. Morale: i contribuenti, grazie alla scelta dell’amministrazione comunale di affidare alcuni servizi alla società in house, conseguono un risparmio del 20%.
La Parco Minerario dunque non è sovvenzionata, come viene scritto, dal Comune: la Parco Minerario svolge dei servizi per il Comune con costi competitivi e dando posti di lavoro a persone del luogo.
La Parco Minerario nel rispetto della legge e del suo Statuto può avere un proprio minimale reddito ed è quello che consegue con la vendita di monili. L’ammontare pari ad euro 50.000,00, indicato correttamente nell’articolo, è stato quasi totalmente investito nelle attività museali. E mi rammarico di non aver tempestivamente speso anche gli spiccioli!! Quegli spiccioli di cui si parla nel maldestro tentativo di ridicolizzarci ignorando, ribadisco, quali siano le norme con cui vengono regolate le attività delle società in house.
Se poi devo ribattere alle ironiche insinuazioni sui servizi dovrei aprire un dossier. Ma basta una sola banale specificazione per minare in radice la credibilità di quanto riportato nel citato articolo. Non abbiamo tombe reali ma abbiamo ben tre cimiteri, circostanza che il redattore pare non conoscere!!!
Ma le perplessità non finiscono qui.
Ma come è possibile che una persona leale, colta, un fine “latinista” abbia riportato solo parte della frase del Sindaco Revisore della Parco Minerario, oltretutto con la consapevolezza di essere immediatamente smentito?
Il Dott. Leonardo Carolini, sindaco revisore fino al maggio c.a (ha dovuto lasciare con grande rammarico per incompatibilità con altra carica) della Parco Minerario nella relazione scrive:
“sono giunto ad una conclusione sull’appropriatezza dell’utilizzo da parte dell’Organo Amministrativo del presupposto della continuità aziendale e, in base agli elementi probativi acquisiti, sull’eventuale esistenza di una incertezza significativa riguardo a eventi o circostanze che possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità della società di continuare ad operare come un’entità in funzionamento. Le conclusioni sono basate sugli elementi probativi acquisiti fino alla data della presente relazione”.
Continuo a chiedermi “cui prodest?”A ripensarci a noi della Parco e qui mi viene un dubbio. Non è che l’articolo l’ho scritto io?